© Orith Youdovich

2° Ritiro di Studio sulla Fotografia di Prato. Un punto di passaggio

20 Maggio 2009

2° Ritiro di Studio sulla Fotografia di Prato. Un punto di passaggio

A distanza di sette mesi dal precedente esperimento, si rinnova l’appuntamento con il Ritiro di Studi sulla Fotografia di Prato.  La seconda edizione si prefigura come una sorta di punto di passaggio per mettere a fuoco ulteriormente lo spirito dell’iniziativa, spirito teso allo studio della Fotografia, intesa come complessa disciplina artistica del nostro tempo, e non solo delle opere di coloro i quali vi partecipano. Certo, il punto di partenza è rappresentato dai lavori degli autori presenti e dagli studi teorici su cui si dibatterà ma il corpo centrale del Ritiro sarà caratterizzato dallo scambio paritario delle opinioni e dall’approfondimento teorico svincolato dall’ossessione dei ruoli.

Il Ritiro di Studi sulla Fotografia è basato su un presupposto molto chiaro: non si tratta di un workshop, né di un seminario di stampo classico. Non esistono allievi e insegnanti. Nel senso che tutti i partecipanti, allo stesso modo, sono docenti e studenti, nel rispetto di uno spirito democratico che è il nocciolo reale di questa iniziativa. Attraverso i lavori dei membri del gruppo, nonché attraverso il lavoro analitico sull’opera di altri fotografi e cineasti, si cercherà di rintracciare gli elementi fondamentali del “fare fotografia?, attività che dovrà necessariamente svolgersi in assenza di qualsiasi pregiudizio e stereotipo sulla materia.

Lo scopo è quello di stimolare la creatività, di aprire le menti e di riportare il senso della fotografia alla dimensione filosofica e artistica dell’atto creativo, nella consapevolezza che ciò che conta è esclusivamente il binomio: stile/poesia. Ed anche nella convinzione di quanto sia fuorviante e rigida la banale definizione di “fotografo professionista”. Come emerso già dal primo Ritiro professionismo  è spesso sinonimo di aridità espressiva, di paletti castranti e di rincorsa all’iterazione stilemi e codici espressivi assolutamente ripetitivi e utili solo a un brutale commercio della fotografia che il più delle volte non ha nemmeno un riscontro degno di nota in un mercato italiano asfittico e provinciale. Stimolando l’identificazione di uno stile e di un nucleo poetico, il fotografo viene invece naturalmente spinto ad agire con professionalità, concetto ben diverso rispetto a quello di professionismo, parola dietro la quale, oltretutto, si celano quasi sempre falsi maestri e paura nei confronti del nuovo.

Questo secondo appuntamento si svolgerà presso l’Agriturismo San Giorgio di Prato, sotto l’egida dell’Associazione Culturale Punto di Svista, organizzazione nata per il volere di Orith Youdovich, Alfredo Covino e Maurizio G. De Bonis, i quali hanno già dato vita nei mesi di febbraio e marzo del 2009 alla serie di incontri/dialoghi tra autori denominata Immagini contemporanee.  Il ritiro di Prato è destinato esclusivamente al lavoro di ricerca e produzione artistica nel campo delle arti visive tecnologiche (con particolare attenzione alle tendenze contemporanee).

I partecipanti sono, quest’anno, nove. Francesco Basili, attualmente residente a Barcellona e concentrato su un lavoro di ricerca personale e fortemente poetica che porta avanti con rigore dal 2001; Emiliano Cavicchi, già autore di mostre personali a Roma e attivo nella scena fotografica romana, soprattutto nell’ambito del reportage; Maurizio Chelucci, fotografo in ambito multimediale e sperimentale, direttore artistico di Massenzio Arte e per due edizioni del Festival Fotoleggendo; Alfredo Covino, è autore di reportage e artefice di una fotografia dai risvolti umani che intende riscoprire la relazione enigmatica tra sguardo del fotografo e realtà circostante; Pietro D’Agostino, autore noto per il suo impegno nella fotografia astratta e particolarmente attento alla sperimentazione video e a ogni sviluppo anticonvenzionale del “fare fotografia”; Maurizio G. De Bonis, critico cinematografico e fotografico, saggista e curatore, direttore responsabile da nove anni di CultFrame – Arti Visive.

Giovanna Gammarota, fotografa milanese il cui lavoro si orienta verso la rappresentazione del paesaggio con l’intento di ridefinire il rapporto uomo/luogo/memoria; Susan Kammerer, fotografa sulla scena da molti anni e autrice non convenzionale di diverse mostre personali a Roma, nell’ambito di Festival e associazioni fotografiche, e anche nel quadro dell’attività di gallerie private; Orith Youdovich è curatrice, capo redattore dal 2000 della rivista CultFrame – Arti Visive; lavora da oltre venti anni come fotografa con particolare riferimento alla raffigurazione filosofica del paesaggio urbano e dei  “luoghi vuoti? delle metropoli internazionali.

Infine, Il lavoro che verrà svolto a Prato dal 28 al 31 maggio 2009 verrà successivamente riorganizzato criticamente in articoli che saranno pubblicati su CultFrame – Arti Visive e Punto di Svista e servirà da impulso per le successive attività pubbliche/divulgative dell’Associazione Culturale Punto di Svista.

© Punto di Svista 05/2009

LINK
CultFrame. Storia di un esperimento. Tre giorni sulle colline di Prato per riflettere sul senso del fare/studiare fotografia
Il sito di Orith Youdovich
Il sito di Pietro D’Agostino